Il sogno di
un viaggio in Italia (nella foto Genova) è ancora in cima alle liste dei
desideri, ma l’ultimo rapporto biennale del Country Brand Index 2014-15
evidenzia che il nostro rapporto qualità-prezzo in due anni è precipitato dal
28° al 57° posto
Il sogno di
un viaggio in Italia è ancora in cima alle liste dei desideri,
ma il nostro rapporto qualità-prezzo in due anni è precipitato dal 28° al
57° posto: lo dice l’ultimo rapporto biennale del Country Brand Index 2014-15. Inoltre, secondo il rapporto World
Travel & Tourism Council, come marchio turistico mondiale in
dieci anni siamo passati dal 1° al 18º posto. L’Italia, dunque, perde
posizioni e l’ultimo dossier del World Economic Forum nel settore Travel & Tourism,
ci rinfaccia il modo in cui gestiamo le nostre ricchezze paesaggistiche: nella
sostenibilità ambientale siamo cinquantatreesimi. Ancora peggio nell’indice
Applicazione delle norme ambientali, dove ci inabissiamo all’84º posto.
Eppure, nel 2013 l’Italia ha ottenuto dal turismo il 4,2% del Pil e,
compreso l’indotto, il 10,3%. Il turismo, inoltre, occupa 1.106.000 addetti e
con l’indotto 2.619.000, un milione più dell’industria metalmeccanica. “Ma
dov’è la piena consapevolezza di quanto il tema sia vitale per il nostro
presente e il nostro futuro? – si chiede Gian Antonio Stella, noto giornalista
ed opinionista del “Corriere della Sera” .- Una cecità insensata e collettiva
che negli anni ha fatto disastri”.
Dall’alto si
dice che quello che ci manca è una adeguata strategia e non sappiamo
raccontare nel modo giusto il nostro prodotto, ma le classifiche Brand
Index dimostrano che possiamo pure raccontare bene l’Italia, ma ciò non
scioglierebbe i nodi fondamentali.
“Venezia
resta Venezia, Roma resta a Roma e Capri resta Capri, ma i
turisti stranieri non sono baccalà: non tornano, se si sentono bidonati -
aggiunge Stella – Qualcuno pensa che sia furbo continuare ad aggiungere cemento
e cemento da Taormina a Cortina? Ecco la risposta: i turisti internazionali ci
dicono che quella roba lì non gli interessa. L’Italia che vogliono vedere è
un’altra”.
Per finire in bellezza: il nostro
sito web ufficiale. italia.it, è in cinque lingue (italiano,
inglese, francese, spagnolo e tedesco), mentre quello
britannico in dieci, compresi russo e cinese. Conclude Stella:
“Non sarebbe il caso che nel Paese di Pompei, degli Uffizi, di Venezia, della
Valle dei Templi e del Cenacolo leonardiano il turismo diventasse, finalmente,
una grande questione nazionale”?
Firenze:
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