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venerdì 14 marzo 2014

La morte del last minute



Si è spento, seppur ancora giovane.  Lo ricordano tour operator, compagnie aeree e agenzie di
viaggi, che si uniscono al dolore dei propri clienti per questa grave perdita.

I tempi in cui ci si poteva presentare in agenzia di viaggi con le valigie in mano non ci sono più, semplicemente perché non ci sono i posti da acquistare.

Spiegatelo a tutti che c'erano anni in cui, ogni settimana, partivano 15 voli charter per le Maldive e che a oggi 
ne sono rimasti un paio o poco più Ditelo a tutti che qualche tempo fa c'erano decine di voli che decollavano verso i Caraibi e che oggi, al contrario, il problema è trovare posto per partire. Fate girare la voce che i tempi sono cambiati e che, se gli operatori che qualche anno fa avevano abituato i passeggeri al sottocosto sono quasi tutti miseramente falliti, un motivo c'è.

Qualche sconto, soprattutto in bassa stagione, indubbiamente si può trovare, ma dimenticate i tempi delle 
Maldive a 700 euro perché non torneranno più. Non torneranno perché vendere posti sottocosto di oltre 1.000 euro, come in questo esempio, è contrario a qualsiasi logica e produce un danno enorme a se stessi e al mercato.

Nel frattempo, a complicare le cose con la stagione estiva alle porte, c'è la crisi egiziana: se il M
ar Rosso non sarà in grado di attrarre la fetta di passeggeri di sua competenza, ci troveremo molto velocemente con i voli verso Spagna e Grecia pieni e un'altra stagione complicata da gestire.

In attesa di scoprire come queste variabili incideranno sui viaggi della prossima estate, è bene
informare tutti sul triste annuncio di quest'oggi: il last minute, quello vero, non c'è più.







(articolo TTGItalia 14/03/2014)

sabato 20 luglio 2013

Ristorante sottomarino alle Maldive

Una cena speciale: sotto il mare, in mezzo ad una miriade di pesci coloratissimi, Dove? Alle Maldive, sull’isola di Rangali nel atollo di Ari, dove sorge il lussuoso Resort Hilton Conrad Maldives.

Da una scalinata che parte dalla spiaggia, si accede ad un locale immerso nelle limpidissime acque maldiviane, a 5 metri sotto il livello del mare si trova questo ristorante unico nel suo genere. La copertura è formata da lastre di vetro trasparente che permettono una visione a 270° del paesaggio sottomarino che circonda il locale.

All’interno di questo acquario, possono cenare 12 persone contemporaneamente. Naturalmente occorre prenotare con largo anticipo ( almeno 2 settimane prima) Il prezzo si aggira sui 250 dollari a persona.




Undersea Restaurant Ithaa ( perla in maldiviano)




sabato 6 aprile 2013

La Malaria: informazioni utili e cose da sapere


LA MALARIA

Per molti di coloro che si apprestano a leggere, le informazioni che daremo sulla malaria saranno cose risapute, ma sono tanti i lettori che si approcciano al nostro portale senza una conoscenza approfondita di uno dei problemi del Kenya che vanno trattati con la dovuta cautela ma che spesso diventano materia per leggende, dicerie e inesattezze, alimentate dalla superficialità di tanti medici generici italiani e dalla malafede di alcuni luminari al soldo di alcune case farmaceutiche (due in particolare).
Quindi tanto vale cominciare dall'inizio: La malaria si prende dalla puntura (e non dal "morso" come ancora trovate scritto su alcuni siti e blog che regolarmente vengono spulciati e copiaincollati da altrettanti pseudo-giornalisti ignoranti) della zanzara anofele, che inietta il protozoo parassita "plasmodium falciparum". 
Non si tratta di un virus! Non si attacca da persona a persona o attraverso sangue o saliva! Oppure, come suggerisce l'estensore idiota di un sito di viaggi "perchè non si lavano bene la frutta o le mani". La zanzara anofele, e solo la femmina, deve pungere proprio te.
La malaria sta in incubazione solitamente una decina di giorni, in rari casi una settimana, più spesso fino a quindici giorni. Ci sono turisti, appena arrivati nei villaggi turistici, che sono convinti di aver preso la malaria dopo qualche ora. Non è possibile.
MA LA BALLA PIU' GROSSA RIGUARDO ALLA MALARIA è costituita dalla PROFILASSI.
I medici italiani, i siti governativi, addirittura i tour operator più importanti, consigliano per la malaria di fare una cura preventiva, che potrebbe venire buona nel caso uno dovesse contrarre l'infezione. Date le probabilità che ci sono, specie durante una vacanza breve sulla costa keniota, di prendere la malaria, sarebbe come fare una cura preventiva per non prendere il glaucoma e una per non contrarre il colera.
Oltretutto la profilassi è dannosa, per il fegato e per i tanti effetti collaterali causati ad esempio dall'utilizzo contemporaneo di altre medicine. Quando si parla di "copertura del 75% dalla malaria" non si tratta d'immunizzazione, ma di semplici supposizioni mai confutate realmente.
Da qualche anno a questa parte, come se non bastasse, esistono medicine SICURE AL CENTO PER CENTO che agiscono come normali antibiotici una volta che la malaria dovesse sopraggiungere. Ovviamente in Italia non sono venduti e in Kenya costano un quinto delle medicine profilattiche, come il Malarone della Glaxo.
I farmacisti locali vendono insieme anche il "kit" per farsi da soli il vetrino e una combinazione di due farmaci, per debellarla completamente, nel remoto caso che la prendiate.
La sostanza base è l'artemisina, che è in grado non solo di curare efficacemente la malaria, ma anche di sterilizzare le zanzare anofele, che così non si possono riprodurre. In questo modo, in pochi anni, la malaria in Kenya è calata del 46% e dati non ancora ufficiali del 2010 parlano addirittura del 60%.
I farmaci più importanti a base di artemisina sono prodotti in Cina, e le multinazionali che speculano sulla nostra salute sembrano non apprezzare...
I più importanti medici che operano in Africa da anni si esprimono positivamente sulle combinazioni di farmaci a base di artemisina e chinino e dichiarano che la profilassi è da evitare assolutamente. Quindi non fate la profilassi per venire in Kenya, ma prima di tornare a casa acquistate un kit combinato, che ha solitamente scadenze lunghe.
QUANDO LO CAPIRANNO ANCHE IN ITALIA?

Alleghiamo articoli e interviste tratte dall'archivio di malindikenya.net e una anche dall'archivio del Corriere della Sera.

Perchè la profilassi antimalarica diventa inutile.
La cura preventiva per la malaria, per i turisti che frequentano il Kenya, è ormai superata. Le importanti conquiste scientifiche che il Kenya per primo ha sperimentato, più di dieci anni fa, stanno dando i loro frutti con numeri che premiano la costanza della sanità nazionale e la spinta decisiva dei ricercatori e di luminari come l'italiano Mauro Saio, da più di vent'anni impegnato su questo fronte. "Ormai non soltanto è più dannosa, ma anche meno sicura delle nuove medicine che si prendono solo nel caso la malaria sopraggiunga - spiega Saio - il combination treatment, in dotazione presso tutte le farmacie keniote, è sicuro e per chi non vive vicino a una struttura sanitaria che possa verificare l'esistenza della malaria, è possibile anche dotarsi di un test per controllarla da sè. Come per il test di gravidanza, c'è un metodo efficace che sostituisce il vetrino". Il dottor Saio quindi si sente di consigliare a chiunque si voglia recare in Kenya, di evitare la profilassi antimalarica che, oltre a garantire una copertura parziale dal virus, non fa bene al fegato ed è meno economico delle medicine che si vendonmo in Kenya. Si fa fatica, per abitudine, a pensare che uno stato africano sia dotato di medicinali migliori di quelli che si possono trovare in Italia, ma in realtà essendo quella contro la malaria una delle principali battaglie condotte negli ultimi dieci anni dai medici di Nairobi, il Kenya oggi si può dire all'avanguardia nel mondo, grazie alla combinazione di farmaci tradizionali e altri (quelli contenenti artemisina) che hanno la doppia azione di debellare la malattia e bloccare la diffusione del virus, sterilizzando le zanzare anofele ed impedendo così la loro riproduzione. Quindi niente profilassi e, una volta giunti in Kenya, recarsi in una farmacia ed acquistare il kit per la malaria. Con una spesa di dieci euro e con una durata media di cinque anni, prima della scadenza. Ottimo da tenere in Italia per chi vuole tornare o da passare ad altre persone che intendono recarvisi in futuro.
MALINDIKENYA.NET

Malaria in calo del 60% in Kenya, a Malindi è quasi sparita.
I dati del Governo parlano di un calo del 42%, ma sulla costa del Kenya si arriva anche al 60%. La malaria sta scomparendo velocemente dal Paese e i numeri, mese per mese, lo confermano. La notizia è di quelle splendide soprattutto per la popolazione locale che fino a qualche anno fa nè è stata vittima, anche per via della scarsa informazione, delle cure a cui non tutti potevano accedere ed altre motivazione dovute a noncuranza e poca attenzione da parte dello Stato. Ma è un'ottima notizia anche per i turisti che da sempre nutrono qualche timore nei confronti della febbre tropicale e si attrezzano di conseguenza, spesso esagerando con cure preventive o precauzioni. 
Importanti, a tal proposito, sono le statistiche elaborate dall'Ufficio Sanitario di Malindi. Nei test effettuati su soggetti a rischio, ad esempio, si è passati da una media del 7% di affetti da malaria cronica, del gennaio 2007, al 3% dello stesso mese del 2008 e si calcola che in questi mesi la percentuale si sia ulteriormente ridotta. "Molti elementi concorrono a questi risultati - spiega Dickson Mugaza, responsabile sanitario di Malindi - innanzitutto la lenta scomparsa della zanzara anofele, per diversi motivi, poi l'accessibilità delle cure a tutti, con molti medicinali in distribuzione gratuita e anche la dotazione di zanzariere anche alla classe meno abbiente". Ma i numeri sono confortanti non soltanto per quanto riguarda la cura della malaria nei confronti dei kenioti, ma anche per i residenti italiani e i turisti. La possibilità di prendere la febbre tropicale è diminuita vertiginosamente, Nel 2007 i casi segnalati su 90.000 turisti italiani arrivati sulla costa keniota sono stati 14, ovvero lo 0,0003%. Roba da Superenalotto.
In pochi anni il Kenya è diventato uno dei Paesi più sicuri dell'Africa in tal senso. Il merito è in parte italiano. Mauro Saio, primario del reparto di malattie infettive del Nairobi Hospital, ha fatto parte del team che nel 1996 ha rivoluzionato le cure per la malaria in Kenya, portando il Paese ad essere il primo tra quelli in cui il problema esiste, ad introdurre l'artemisina nei medicinali antimalaria. "Abbiamo sperimentato questo metodo per primi nel mondo - spiega Saio - grazie alla collaborazione con i ricercatori cinesi, che per primi hanno messo in atto questa nuova cura. L'artemisina agisce direttamente sui gametociti della malaria, rendendo di fatto sterili le zanzare anofele che pungono l'uomo, in modo da impedire loro di riprodursi. Questo è il motivo principale della quasi estinzione della specie". Parallelamente sono state messe in commercio altre medicine "del giorno dopo" veramente efficaci, come il Coartem. "In Kenya ormai da qualche anno si trova il cosiddetto Combination Treatment - illustra il medico italiano - che cura la malaria e allo stesso tempo ne previene il ritorno. In più il Governo si è attivato per ridurre i costi dei medicinali, in modo da poter garantirne l'accesso anche alle classi più povere. E' stata anche bloccata la vendita in composizione singola, perchè è proprio la combinazione di cure e la sua completezza a creare i presupposti per debellare la malaria. Ora il Kenya è all'avanguardia in Africa, da questo punto di vista". Se è vero che oggi nessuna vaccinazione viene richiesta a chi entra in territorio keniano, è altrettanto vero che risulta antiquato parlare di profilassi antimalarica, di fronte a una così scarsa probabilità di prenderla.

MALINDIKENYA.NET  
 
MALATTIE TROPICALI IL RIMEDIO È USATO IN CINA DA 3000 ANNI
La cura verde contro la malaria
Dall' artemisia un derivato efficace, nell' esperienza di un medico italiano

DAL NOSTRO INVIATO A NAIROBI - «Profilassi farmacologica contro la malaria? No grazie. Oggi la malaria si cura ai primi sintomi. I farmaci che si usano per la prevenzione costano cari e hanno effetti collaterali. Meglio l' artemisimina, un principio attivo contenuto nella pianta di artemisia». Chi parla così sicuro è Mauro Saio, un medico italiano che da venticinque lavora in Kenya e da una ventina al Nairobi Hospital. La sua specialità è studiare e curare la malaria, una malattia che ogni anno provoca da un milione a tre milioni di morti, a seconda delle stime. Secondo l' Organizzazione Mondiale della Sanità le persone colpite ogni anno dalla malaria della quale è responsabile un parassita, il Plasmodio, trasmesso con la puntura delle zanzare anofele, sono 300 milioni in tutto il mondo. Parassita insidiosissimo: muta geneticamente con grande rapidità e si trasforma in modo tale da sviluppare una pronta resistenza ai farmaci. «Ecco perché il vecchio chinino, utilissimo cent' anni fa, - spiega Saio - ora non serve più. La sua efficacia è scesa fino a diventare quasi zero. Così è accaduto per l' Halofantrina, che si usava a piene mani una quindicina d' anni fa. In quel periodo si è capito che si dovevano associare due farmaci diversi, in modo da ridurre l' insorgenza della resistenza. La terapia con chinino, mano a mano che il plasmodium diventa resistente, veniva accompagnata con somministrazione di antibiotici: in un primo tempo si usava la tetraciclina, ora la doxiciclina». «All' inizio degli anni Novanta - racconta ancora il medico italiano - ho invitato in Kenya il professor Lee perché presentasse un nuovo principio attivo in uso nel suo Paese, la Cina, da almeno 3000 anni: l' artemisimina, composto idrosolubile quindi facilmente assorbibile dall' organismo. Usata in Kenya l' artemisimina non solo funzionava alla perfezione ma uccidendo il parassita rendendolo anche sterile, riduceva la trasmissione. In particolare dava risultati ottimi contro il Plasmodium falciparum, il più pericoloso dei quattro parassiti che provocano la malaria. Quello che quando colpisce quasi sempre, se non curato, uccide e che sviluppa resistenza ai farmaci assai rapidamente. Solo nel ' 98, dopo aver salvato decine di persone con un farmaco fatto con sola artemisia, mi sono accorto dei primi segni di resistenza del parassita. Gli ammalati apparentemente guarivano, ma dopo poche settimane si presentavano in ospedale con una recrudescenza. Per bloccare l' evoluzione ho cercato di associare l' artemisimina con altri farmaci, ma con risultati poco entusiasmanti, anche perché dovevo usare quei medicinali che avevano effetti collaterali importanti. Finalmente è stato messa a punto una specialità che da un lato cura la malaria con l' artemisimina, e dall' altro impedisce che il parassita diventi resistente, con la lumefantrina. È un farmaco eccezionale: entrato in produzione nel 1999 in sette anni non ha perso la sua efficacia». La sua assunzione è semplicissima. In caso si verifichino i sintomi della malaria, febbre alta, mal di testa e spossatezza, dopo il test per verificare la presenza del Plasmodium nel sangue si prendono 4 pastiglie, due volte al giorno, dopo i pasti, per tre giorni. Una bella differenza se si pensa che i farmaci usati per la profilassi vanno presi un paio di settimane prima di arrivare in zona malarica e qualche settimana dopo esserne usciti. «L' unica vera profilassi che si deve applicare è fatta di accorgimenti semplici; - specifica il dottor Saio - coprirsi con maniche lunghe dopo il tramonto, dormire sotto una zanzariera e usare prodotti repellenti agli insetti da applicare sulla pelle». Espedienti ottimi ma che comunque non impediscono del tutto il contagio. Per chi vive in zona endemica, la nuova cura è un toccasana: la profilassi farmacologica scongiurava sì la malaria, ma diventava un peso eccessivo per il fegato, l' organo dove il plasmodium si concentra e si sviluppa. E poi il prezzo, veramente basso, anche se nel Terzo Mondo (data l' estrema povertà delle popolazioni) non si può usare l' espressione "accessibile a tutti". Un ciclo di terapia costa 1,2 euro per un adulto e 80 centesimi per un bambino. «Da quando uso questo farmaco - spigola il dottor Saio ridendo - sono quasi disoccupato. Ho fatto molte ricerche e statistiche e sono convinto che può essere la soluzione per combattere seriamente la malaria. Non è una via semplice, perché i produttori dei vecchi farmaci non intendono togliere dal mercato i loro prodotti. Ma presto dovranno farlo anche perché l' Oms, ormai, ha imboccato anche lei con convinzione la strada dell' artemisimina e l' uso di due farmaci in combinazione». Massimo Alberizzi1-3 milioni La malaria provoca una vera ecatombe, ma un dato preciso non esiste e varia notevolmente a seconda delle stime I decessi ogni anno 300 milioni I colpiti ogni anno Questa la stima dell' Organizzazione mondiale della sanità sui contagiati dal plasmodio della malaria
Alberizzi Massimo

PROFILASSI ANTIMALARICA, PIU' DANNOSA CHE INUTILE 
IN ITALIA TRA MALAFEDE E IGNORANZA CONTINUANO A CONSIGLIARLA 

Come spesso accade, ci vogliono avvenimenti tragici e luttuosi per rilanciare campagne contro chi ignora reali pericoli. In questo caso però sembra tutto più assurdo: malindikenya.net con tanti medici locali e residenti, da sempre si batte per convincere turisti, viaggiatori, agenzie, tour operator, Farnesina e Ministero della Sanità che la profilassi antimalarica è inutile e dannosa per l'uomo. Niente. I dottori italiani continuano a lavarsene le mani e consigliano il "malarone" quando non addirittura il Lariam, farmaco ormai desueto in tutto il mondo tranne che in Italia, i cui danni al fegato e le noie all'apparato respiratorio sono noti. Qualche giorno fa a Watamu una turista italiana, una ragazzina di sedici anni è morta per arresto cardiaco e i suoi problemi in vacanza erano iniziati dopo l'assunzione di questo medicinale. Questa mattina l'autopsia sulla giovanissima ragazza cercherà di fare luce sulle cause, ma noi non possiamo seguitare a tacere. La profilassi antimalarica non solo serve a poco, ed è stata palesemente sorpassata da medicinali che agisco solo in caso sopraggiunga la malaria, ma fa male. Ora anche gli stessi kenioti, che non hanno certo (in media) la nostra cultura e il nostro welfare (ma se andiamo avanti così...), possono accedere ai farmaci a base di artemisina, che in Italia non sanno neanche cosa sia. Cosa vogliamo pretendere da un Paese in cui stiamo diventando i peggiori in molti campi: su internet si trovano parecchi siti di operatori turistici che consigliano, come prevenzione contro la malaria, di "lavare bene la frutta e le mani" o di evitare "il contatto con gli indigeni". Altri articoli dicono che la malaria è provocata dal "morso" della zanzara, perchè è risaputo che la anofele ha i denti...i medici spesso consigliano per i viaggi in Kenya di fare la vaccinazione per la febbre gialla (ultimo caso nel 1981, in un luogo in cui non vedono un bianco dai tempi della rivoluzione dei Mau Mau). A voi che leggete il nostro portale chiediamo: fidatevi e spargete il più possibile la notizia, la profilassi è una merda e non ce n'è bisogno. Per evitare di dover pensare che una giovane vita è stata spezzata anche per causa di questo.



mercoledì 22 giugno 2011

oggi entra in vigore il nuovo codice del turismo

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana in data 6 giugno 2011, entra in vigore oggi il “ Codice del Turismo” che si prefigge di stimolare lo sviluppo del settore turistico e dare maggiore tutela a consumatori ed operatori del settore. Lo ritengo un primo passo per cercare di dare regole precise ad un settore che in termini legislativi era molto carente.
Quali sono le novità più interessanti?
Una maggiore tutela per i turisti. Ad esempio le agenzie che operano online devono sottostare a regole e controlli identici a quelli delle agenzie tradizionali, con il preciso scopo di limitare le truffe online: sarà quindi identificato un unico soggetto responsabile, nei confronti del turista intenzionato ad acquistare un viaggio.
Un’altra importante modifica sarà quella dell’introduzione di un risarcimento al turista per danno morale provocato da una vacanza rovinata. La valutazione del danno terrà conto delle specifiche esigenze e aspettative che il viaggio doveva dare e l’inadempimento che le ha compromesse.
Oltre al Fondo di Garanzia, a mio parere ancora troppo scarso per dare una effettiva garanzia ai viaggiatori, i turisti potranno essere assistiti da polizze assicurative per il rientro immediato in Italia per emergenze causate da intermediario od organizzatore, che assicurino anche assistenza economica e il rimborso di quanto pagato se intermediario o l’organizzatore sono insolventi o falliscono.
È stato ridefinito il concetto di pacchetto turistico: è l’insieme dei servizi venduti anche in via telematica da un unico operatore.
Infine maggiore trasparenza dei contratti di multiproprietà come previsto dalla nuova legge europea in materia.
Il Codice del Turismo porterà una svolta anche in fatto di ristorazione. E’ prevista, infatti, l’istituzione di attestati destinati ad imprese e persone che si sono distinte come interpreti della grande tradizione culinaria italiana, diffondendo e valorizzando l’immagine dell’Italia all’estero.
Il Codice è composto da 74 articoli suddivisi in 7 titoli:
Codice del Turismo (All. Dlgs 79/2011)

Titolo I - Disposizioni generali (artt. 1-5)
Titolo II - Professione e formazione nel settore turistico (artt. 6-7)
Titolo III - Mercato del turismo (artt. 8-17)
Titolo IV - Agenzie di viaggio e turismo (artt. 18-21)
Titolo V - Tipologie di prodotti turistici e relativi circuiti nazionali di eccellenza(artt. 22-31)
Titolo VI - Contratti (artt. 32-53)
Titolo VII - Ordinamento (artt. 54-69)

Altri commenti saranno graditi e aggiunti inseguito.

mercoledì 16 febbraio 2011

RIPARTONO I VIAGGI PER IL MAR ROSSO: La Farnesina toglie lo sconsiglio

L'Italia segue le decisioni già prese in gran parte dell'Europa e allenta lo sconsiglio sull'Egitto. Nella nuova comunicazione della Farnesina vengono infatti 'riaperte' le porte del Mar Rosso, dando così la possibilità anche al mercato italiano di riattivare la macchina del turismo. Il testo della Farnesina evidenzia che nel Paese si registra una progressiva ripresa delle attività ed una tendenziale normalizzazione. "La situazione nelle località del Mar Rosso - puntualizza la Farnesina - appare per il momento sotto controllo, anche se è consigliabile improntare i viaggi in tali zone a necessaria prudenza e preventiva informazione sull'evoluzione degli eventi". Permane invece lo sconsiglio legato alle città: "In ragione di un contesto di sicurezza - spiega la nota su viaggiaresicuri.it - sono, tuttavia, al momento, da evitare le principali città, tra le quali Il Cairo, Suez, Alessandria, Ismailia".
Egitto, i t.o. britannici riprendono le crociere sul Nilo
La macchina turistica inglese si rimette in moto sull'Egitto. Da fine mese, infatti, i tour operator britannici riprenderanno la programmazione delle crociere sul Nilo, dopo che il Foreign Office ha rimosso il warning per i viaggi a Luxor. A partire dal 28 febbraio Discover Egypt rilancerà i voli charter da Gatwick e Manchester su Luxor; nello stesso giorno riprenderanno le crociere sul Nilo operate dal tour operator Red Sea Holidays. Altri operatori preferiscono aspettare che il Foreign Office mantenga il via libera sui viaggi a Luxor.
La Francia si prepara a riattivare i flussi anche verso l'Egitto.
Dopo il via libera sulla Tunisia la Ceto, l'associazione dei tour operator d'Oltralpe ha dichiarato di essere pronta a riprendere i viaggi sul Mar Rosso e chiede all'opinione pubblica del Paese di spingere affinchè il Governo riapra completamente le porte del Paese eliminando i vincoli. Un segnale importante arriva intanto da Club Med che ha comunicato le date di riapertura dei propri villaggi: il Sina Bay tornerà operativo il 5 marzo mentre il Med El Gouna riaprirà il 19. Sul fronte tunisino il Med riattiverà il Djerba La Douce a partire dal 26 febbraio.a Francia pronta a ripartire sul Mar Rosso. A marzo riapriranno i Club Med.
 

domenica 16 gennaio 2011

Dalla Farnesina: nuovo sconsiglio per viaggi in Tunisia


Messaggio odierno della Farnesina 


Tunisia Tunisia

Diffuso il 16.01.2011.


Sono sconsigliati, per il momento, viaggi nel Paese.
Nella città di Tunisi si registra una recrudescenza degli scontri con possibili vittime e di atti vandalici, compresi isolati fenomeni di saccheggio. Analoga situazione si registra nella città di Biserta e nella sua provincia. Scontri inoltre sono stati registrati anche ad Hammamet, Sfax ed in altre località del Paese. Si sconsiglia,in particolare, l’attraversamento di tali località e, più in generale, di tutta l’area centrale ed occidentale del Paese. Ciò anche in considerazione delle presumibili limitazioni al traffico causate dal progressivo spiegamento di forze dell’ordine in quelle aree.

Lo spazio aereo e quello marittimo sono stati formalmente riaperti e l’aeroporto di Tunisi – nelle ore non interessate dal coprifuoco – è operativo. Le maggiori compagnie aeree, compresa Alitalia (che ha  messo a disposizione per informazioni  un Call Center al numero:+39 06 2222) , hanno programmato dei voli da e per Tunisi. Per quanto riguarda i porti, le compagnie di navigazione non assicurano l’operatività sulle tratte da e per la Tunisia. Si fa riserva di comunicare aggiornamenti non appena disponibili.

A seguito della destituzione del presidente Ben Ali e dell’esecutivo, il presidente del Parlamento ha assunto le funzioni di nuovo presidente della repubblica.
Le Autorità locali militari hanno nel frattempo decretato il coprifuoco sull’intero territorio della  Tunisia dalle ore 17,00 alle ore 07,00.
Si suggerisce in ogni caso di non allontanarsi dalla propria abitazione, se non in caso di assoluta necessità e di evitare accuratamente luoghi di assembramento.

Nell’ evitare i luoghi di eventuali manifestazioni di protesta, si raccomanda di rispettare le informazioni e le istruzioni emesse dalle Autorità locali preposte alla sicurezza. Si consiglia altresì di mantenersi costantemente informati sull’evoluzione degli eventi consultando i media locali ed internazionali, nonché le agenzie e gli albergatori di riferimento.
L’accesso a vaste zone dell’estremo Sud è del resto vietato in mancanza di espressa autorizzazione rilasciata dalle Autorità tunisine.

mercoledì 14 luglio 2010

Si parte per le vacanze, attenti alle fregature


da Il Giornale.it

Non appena si avvicinano le vacanze, truffe e disguidi di agenzia sono in agguato pronti a rovinare il sospirato periodo di relax. La tecnologia degli ultimi anni e l’uso della rete per organizzare i viaggi non aiuta: prenotazioni che si accavallano, biglietti per voli da sogno che si trasformano in un incubo, alberghi da mille e una notte che si rivelano topaie. Ora, immaginate di prenotare la vacanza della vostra vita: un mese nella lontana Australia, a Sidney. Ma una volta a terra vi accorgete che qualcosa non va e che la Sidney in cui siete atterrati si trovi dall’altra parte del mondo: non nella calda Australia, ma nella fredda isola canadese Cape Breton. La bizzarra avventura, frutto di un’omonimia, è avvenuta a una giovane coppia di italiani. Valerio Torresi e Serena Tavoloni, 26 e 25 anni, erano partiti dallo scalo romano di Fiumicino. Dopo le prime ore di volo si sono accorti che qualcosa non andava. Infatti dopo otto ore, il personale di bordo annuncia le operazioni di atterraggio. I due giovani pensano a uno scalo tecnico, visto che per raggiungere il lontano continente oceanico occorrono non meno di 20 ore. Invece no. Il volo era davvero finito.
Una volta scesi Valerio e Serena si guardano attorno e capiscono che il loro viaggio si trasformerà presto in una inaspettata avventura. Si perché quella non era la Sidney dei loro sogni, ma una minuscola cittadina omonima persa fra le onde dell’Atlantico: un errore grossolano nella prenotazione da parte dell’agenzia di viaggi.
Nonostante tutto, i due italiani sono stati accolti calorosamente dalla cittadinanza. Valerio e Serena sono stati ospitati in un albergo con vista sull’Oceano, coccolati con lauti pranzi a base di pesce e aragosta, accompagnati in un mini tour attraverso la piccola cittadina canadese, mentre la loro agenzia prenotava a suo spese un nuovo volo verso la Sideny giusta.
Errori di questo genere, seppur eclatanti, possono accadere a tutti, anzi accadono e non tanto raramente: tutta colpa dei codici internazionali che le agenzie di viaggio utilizzano per pianificare i viaggi. La stessa disavventura di Valerio e Serena era capitata due anni fa a una donna argentina e nel 2002 a una coppia di turisti inglesi: entrambi avevano prenotato una vacanza in Australia con scalo a Sidney, ma si erano ritrovati nella città sbagliata. Certo, l’omonimia ha giocato un brutto scherzo sia all’agenzia sia alla coppia. Ma sono tanti i rischi che corrono i vacanzieri, soprattutto quelli abituati al «fai da te». Per evitare brutte sorprese è importante affidarsi ad agenzie di viaggio con regolare licenza, stare attenti alle super offerte su internet, richiedere l’assicurazione se si vogliono ottenere rimborsi, informarsi prima di partire sulle condizioni politiche, economiche, sociali e ambientali del paese che si vuole visitare.

martedì 13 luglio 2010

Il vademecum dei viaggi organizzati


12-07-10
VACANZE: ADUC, IL VADEMECUM DEI VIAGGI ORGANIZZATI

(ASCA) - Roma, 12 lug - L'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), ha stilato un 'vademecum' dei viaggi organizzati con un elenco di consigli per i turisti che si affidano alle agenzie.

L'Aduc consiglia di: 1 - Leggere sempre attentamente il depliant: oltre alla pubblicita' ci devono essere scritte le condizioni generali del contratto. 2 - Farsi rilasciare copia del contratto con timbro e firma.

3 - L'anticipo o caparra non puo' superare il 25% del prezzo totale. Se vi chiedono di piu' lasciare stare.

4 - Controllare le ipotesi di aumenti previste dal contratto o dal depliant (variazioni del costo di trasporto, delle tasse aeroportuali e del cambio). Se non sono scritte, diffidare.

5 - Se improvvisamente non si puo' partire e' possibile essere sostituiti, almeno quattro giorni prima del viaggio, o si puo' pagare la penalita'.

6 - L'agenzia o il tour operator devono avere un'assicurazione per la responsabilita' civile verso l'utente, che deve essere indicata nel contratto.

7 - Se, prima del viaggio, ci sono delle variazioni significative della vacanza, il contratto puo' essere annullato dal turista o si puo' scegliere una altra vacanza, anche piu' costosa, senza che questo comporti un aumento di prezzo.

8 - In caso di contestazione documentare tutto e, al ritorno, inviare all'agenzia e al tour operator, entro 10 giorni, una lettera di protesta (raccomandata con ricevuta di ritorno), chiedendo il rimborso o il risarcimento dei danni.

lunedì 28 giugno 2010

Arriva il Vademecum del viaggiatore informato.

Arriva il “Vademecum del viaggiatore informato” del Centro Europeo Consumatori: l’opuscolo, presentato oggi a Bolzano, contiene tutte le informazioni per viaggiare consapevoli dei propri diritti e doveri; il Vademecum è disponibile gratuitamente presso il CEC, il Centro Europeo Consumatori di Bolzano oppure può essere spedito direttamente a casa. “Degli oltre 4.500 reclami pervenuti al CEC nel 2009, ben il 40% ha riguardato il settore viaggi. L’informazione può aiutare a gestire queste situazioni e in certi casi anche a risparmiare” ha spiegato Walther Andreaus, direttore del Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU), che organizza il CEC di Bolzano.


“Chi parte per le vacanze il più delle volte, se non altro per scaramanzia, non si chiede cosa fare se il suo volo viene cancellato, il suo bagaglio non appare sul nastro trasportatore, o l’incantevole spiaggia bianca si rivela essere una discarica a cielo aperto – aggiunge Monika Nardo, consulente legale che al CEC si occupa dei reclami in questo settore – Uragani, scioperi, ceneri vulcaniche, problemi di ordine pubblico, errori di prenotazione, influenze improvvise e molto altro ancora dimostrano che purtroppo non sempre tutto fila liscio”.

Solo nel 2009 le compagnie aeree hanno smarrito circa 25 milioni di bagagli e nel periodo delle ceneri vulcaniche al CEC le richieste di informazione sono aumentate di 7 volte. Il Vademecum analizza diversi argomenti: i pacchetti turistici ed il trasporto aereo, ma anche le multiproprietà, le assicurazioni viaggi e molto altro ancora – il tutto con particolare attenzione ai settori a più alto tasso di reclami. Senza dimenticare, ovviamente, internet, perché spesso la rete inganna il consumatore: basta un semplice click a stipulare un vero e proprio contratto, dal quale è possibile recedere soltanto pagando le famose (e costose) penali di recesso.

Nel 2009, i consulenti del CEC hanno rilevato una maggiore collaborazione da parte delle imprese nella soluzione alternativa dei reclami dei consumatori, riuscendo a ottenere soluzioni positive o per lo meno soddisfacenti per i consumatori.

Ecco perchè il “Vademecum del viaggiatore informato” è uno strumento estremamente utile per tutti i viaggiatori, che devono essere informati al meglio su quali sono i loro diritti.
http://www.euroconsumatori.org/download/16953v16953d58638.pdf

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Italia: il 32% rinuncia alla vacanza perché non ha un compagno di viaggio
Pubblicato da Vacanze Blog il 24 giugno 2010 in Notizie
Per il 32% degli italiani la vacanza viene cancellata per l’assenza di un compagno di viaggio, un amico o di un partner con cui condividere il fascino del viaggiare e la scoperta di nuove località. A rivelarlo è Speed Vacanze, il portale italiano specializzato in crociere e vacanze per single. Non è quindi una questione di budget o di problemi di lavoro che porta molti italiani a rinunciare alla vacanza, ma piuttosto l’esser soli.


Si tratta soprattutto di viaggiatori tra i 30 e 40 anni che rappresentano il 38% di coloro che, per mancanza di compagnia, sono costretti a rinunciare l viaggio. Per quanto riguarda il sesso, invece, sono soprattutto gli uomini (56%) a temere una vacanza da soli.
“Se gli uomini sono disposti a rinunciare alla propria vacanza perché non sono riusciti a trovare la giusta compagnia, le donne, invece, si rivelano più propense a partire da sole. Il gentil sesso è maggiormente disposto a fare nuove amicizie durante le vacanze” lo ha rivelato Giuseppe Gambardella, fondatore di Speed Vacanze e Speed Date, società che si occupa di eventi e viaggi per single. Ma quali sono i motivi principali per cui i viaggiatori si ritrovano senza un compagno di viaggio? Uno dei problemi principali è l’incompatibilità del proprio periodo di vacanza con quello di amici e parenti (28%). Seguono coloro che hanno per lo più amici in coppia e con bambini (23%) e i vacanzieri che non condividono i gusti dei propri cari in fatto di mete da raggiungere e tipologie di viaggio da prenotare (19%).
“Sono moltissimi coloro che, nonostante abbiano molti amici, si ritrovano a dover partire da soli per problemi organizzativi. Questo comporta spesso dei costi maggiori in fase di prenotazione e la conseguente rinuncia al viaggio. Durante le nostre vacanze per single incontriamo molti viaggiatori che hanno deciso di partire con noi perché non sono riusciti ad organizzarsi con i propri cari e per il desiderio di allargare la propria cerchia di amicizie” continua Gambardella. “Nel momento in cui la vacanza ci arricchisce anche dal punto di vista umano, attraverso nuovi incontri ed amicizie, diviene un’esperienza indimenticabile. Molti single che partecipano alle nostre vacanze tornano principalmente per ritrovare l’atmosfera che si crea tra il gruppo di partecipanti. Per chi parte da solo la compagnia diviene importante almeno quanto la meta da raggiungere, se non di più” conclude Gambardella.